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Se non rischi di fallire hai il 100% di probabilità di fallire… .
Ci sono stati parecchi brutti momenti durante il mio percorso, momenti in cui non sai dove sbattere la testa, non sai dove sbattere il tuo corpo in generale. Gli obiettivi e i progetti sembrano irraggiungibili e le tue risorse, non sono mai abbastanza.
Sono i momenti dopo il fallimento, sono i momenti immediatamente prima che il tuo fallimento diventi “pubblico”; pubblico nel senso che ovviamente, tu ti sei accorto già da un po’ che un progetto, un idea, un lavoro, non può andare avanti così, il momento di dire stop!
Per mille motivi, viene sempre però il momento di lasciarlo e quando lo lasci, tutti verranno a sapere di questo tuo fallimento…o…cambiamento.
Noi italiani abbiamo uno strano concetto del fallire, è un po’ come il concetto che abbiamo del rischio per i mercati finanziari, il rischio per la maggior parte di noi e sempre sinonimo di rovina, paura e appunto fallimento. In Italia non esiste purtroppo una grande educazione finanziaria e purtroppo, la stessa cosa la si può dire per il fallimento e la sua gestione.
Anni fa, stavo guardando on line alcuni interventi al Ted X (Se non sai cos’è il Ted X o Ted, sono alcuni eventi con speaker di spicco nel mondo dell’imprenditoria, del business e delle start-up, troverai una marea di eventi on line da guardare con calma). Ad un certo punto intervistano un tizio mentre si stava versando un caffè con una giacchetta piena zeppa di spillette con centinaia di loghi, mi sembra fosse uno svizzero o un inglese e quando gli chiesero che cosa fossero tutte quelle mostrine, lui con enorme orgoglio disse “Sono tutti i progetti in cui sono fallito”.
Rimasi di stucco, una persona che si vanta dei suoi fallimenti e non ha paura nel mostrarli a tutti, tutti insieme con un enorme impatto visivo eppure, questo tizio era ancora lì ad ascoltare speaker e grandissimi imprenditori parlare ed assimilare quanto più possibile per il suo prossimo progetto.
In italia sarebbe stato additato come un poveraccio, un imprenditore da quattro soldi, uno buono a nulla. Non trovi? Avrebbero detto cose tipo: “Ha lasciato la strada vecchia per la nuova…” oppure altri proverbi secolari che purtroppo sono i pilastri del nostro ambiente e quindi della nostra crescita e autostima.
In molti luoghi non è così, in inghilterra ad esempio si scommette e si rischia su tutto, anche sulle elezioni politiche, si lascia la strada vecchia per la nuova poiché la nuova potrebbe essere un’ottima opportunità. Il rischio, il fallimento e il cambiamento, non sono visti come il diavolo.
Non trovi quanto sia necessario il fallimento e quanto sia necessario sapersi approntare a questo in maniera corretta? E soprattutto quanto sia necessario avere le armi e le risorse per gestire il giudizio altrui.
Io me ne sono accorto immediatamente, ogni volta che cambiavo lavoro, ogni volta che rientravo in ufficio e mi chiedevano “cos’hai venduto?” e molte volte dovevo dire… “niente” oppure quando lavoravo in palestra a 3€ a contratto e stando li dentro 14 ore guadagnavi 6/9€ se eri fortunato.
Oppure quando sono rientrato dalla Spagna dopo aver avuto la mia attività. Non dissi quasi a nessuno che l’avevo venduta, non dissi nulla e vedevo gli sguardi degli amici e dei familiari increduli e un po’ contenti che tutto quello che mi dicevano prima che partissi anni prima, si era alla fine realizzato…glielo leggi negli occhi e dicevano “mi dispiace che sei rientrato…peccato..avevi una bella idea…ti è andata male….”. All’epoca il mio concetto di fallimento era ovviamente già molto diverso rispetto a quando lavoravo con mio padre o i primi mesi in palestra (se non hai letto le mie Tappe e Bio, dacci on occhiata se ti va) e la cosa che mi interessava più di tutte del mio ritorno era che avevo una valigia intera di educazione imprenditoriale a casa e armadi pieni di esperienza che nessuno tra i presenti poteva immaginare nemmeno lontanamente. Io pensavo al mio prossimo progetto, io sono fallito in Spagna anche se ho venduto l’attività ma ho imparato, mi sono stancato, ho appreso che anche l’ambiente in cui sei conta al 70/80% del tuo business e la cosa più interessante è che ho imparato che anche se l’ambiente conta così tanto, è comunque responsabilità tua dare il 30/20% per far funzionare la macchina a piena potenza quindi, è responsabilità tua e di nessun altro.
Cosa si può fare per non avere paura di fallire e migliorare il nostro approccio al fallimento? Sembra una domanda da un milione di dollari, in molti corsi motivazionali ti farebbero rispondere alla domanda “cosa faresti se non avessi paura di fallire? Cosa faresti adesso?”.
Purtroppo posso dirti che questo approccio non funziona. Non funzionano nemmeno tutte quelle frasi di grandissimi imprenditori come “Tutto quello che vuoi si trova oltre la paura” H. Ford oppure “Il Piano B è per looser…” o le foto di Jeff Bezos quando in un garage dormiva sotto la scrivania gestendo Amazon da solo…e potrei stare qui ore a citare.
Non funzionano poiché il fallimento è la parte produttiva, integrante ed essenziale di ogni nostro progetto e processo di vendita. Credi che gli amici e le persone vicine a Jeff Bezos in quel periodo, lo ritenessere normale? o lo ritenevano un FALLITO…? Cosa sarebbe successo se non fosse stato in grado di gestire quella situazione??
1) Invece di porti inutili domande, chiediti “quale potrebbe essere la cosa peggiore che potrebbe capitarmi in questo progetto/vendita/avventura etc.?” chiediti “come questo pessimo scenario potrebbe essere una situazione vantaggiosa?”.
2) Il punto di vista che utilizzi fa il 90% del lavoro per te. Ti assicuro che esiste sempre un punto di vista a tuo vantaggio anche nello scenario peggiore che potrebbe presentarsi, la prima cosa che il fallimento deve insegnarti è CAMBIARE IL TUO PUNTO DI VISTA E ACCETTARE IL RISCHIO. Sono cose a cui puoi lavorarci da subito e senza nessuno sforzo, senza nemmeno…fallire.
3) Pensa sempre a quello che hai fatto, sbagliato ed ottenuto, fino a crearti una banca dati accessibile istantaneamente e senza il bisogno che tu ci pensi troppo sopra. Questa banca dati sarà l’arma più letale che hai in mano per far fronte ai fallimenti e ai giudizi altrui.
4) Avere DINAMICO il tuo punto di vista ti permetterà sempre di avere una marcia in più rispetto a tutti, anche a quelli che ti guarderanno pensando che avevano ragione a dirti di non rischiare. Il rischio e il fallimento, sono il gasolio del tuo progetto.
5) Pianificare i rischi e gli scenari peggiori ti darà modo di avere sempre a portata di mano un punto di vista utile ed una marcia ridotta per far fronte alle inevitabili salite. Metti sempre il fallimento nella tua pianificazione e già così, lo vedrai un alleato indispensabile nel tuo progetto.
Scrivo queste brevi riflessioni, su cui si dovrebbe parlare per ore, poiché io non l’ho fatto, mi sono sempre lanciato della serie “tutto quello che vuoi è oltre la paura” e mi sono spesso trovato al suolo senza forze. Mai impiegare tutte le energie per gestire il successo, una parte va sempre impiegata a gestire il fallimento e i cambiamenti ancora prima che si presentino. Va accettato come necessario, accettato e basta, c’è anche la probabilità che non si presenti mai ma se non lo calcoli, sarà tutto molto più faticoso.
Spero di averti dato spunti utili di riflessione ogni volta che ti verrà in mente di fare un passo nella tua vita, una telefonata che rimandi da un po’ ad un cliente, una verità non detta che senti di dover rivelare a qualcuno, il fallimento non è solo imprenditoriale, il più delle volte è giornaliero e molto personale, sta a noi cambiare il nostro punto di vista e trovare nel rischio e nel fallimento i migliori alleati del successo e ne abbiamo l’opportunità ogni volta che scendiamo dal letto al mattino…o dal divano…se in qualcosa hai già fallito! Complimenti allora sei a un passo in più dal successo!
Questo argomento è diviso in più parti per cercare di “affrontarlo” al meglio qui su Life Escape.