Ti capita di trovarti a negoziare con ragazzini che si affacciano per la prima volta al mondo del lavoro, senza alcuna esperienza e senza nessun titolo che dia loro adito per “chiedere” qualcosa di più.
Eppure, se ti fermi un attimo a pensare, un motivo per chiedere di più lo hanno eccome e probabilmente è anche un buonissimo motivo. Sono merce rara.
I giovani che si affacciano al mondo del lavoro e quindi lavoratori, sono merce assolutamente rara e loro lo hanno capito e come ogni mercato che si rispetti, in base alla legge di domanda e offerta, senza offerta ma con molta domanda i prezzi…salgono!
Sono i giovani che qualche ‘Boomer’ chiamerebbe della Gen Z ma chiamali come vuoi, hanno capito benissimo di essere rari e costano tantissimo, anche solo in energie per trovarli e portarli a colloquio.
Hanno capito benissimo che valgono solo per il fatto di essere rari, non hanno paura di dire no, anzi, chiedono di più poiché vogliono trovare loro il ‘Talento’.
Oggi il mercato del lavoro è arrivato ad un punto di svolta molto interessante dal punto di vista sociale, un punto che non potrà fare altro che propendere dalla parte di questi lavoratori e accettare le loro richieste dopo che si ha raschiato il barile tra i Curriculum di 50enni…perchè c’è purtroppo qualche azienda che rimane fossilizzata su una vecchia mentalità ormai scomparsa e vuole il lavoratore sottopagato, umile, fedele, che abbia paura di perdere il posto e che abbia rispetto per l’azienda.
I giovani d’oggi non si affezionano mai all’azienda, rarissimo trovare veri aziendalisti ma anche se lo sono, non hanno paura di lasciare il posto fisso, il contratto tanto ambito a tempo Indeterminato, le ferie e le malattie pagate. Non gli interessano queste cose poiché probabilmente hanno anche capito che il bene più prezioso sulla faccia della terra è il tempo. Vogliono viaggiare, esplorare, cambiare paese, città, stato, azienda, sono loro che stanno cercando te, non è più il contrario, a meno che tu non sia il CEO di aziende come Tesla o Apple…se non è così, il famoso colloquio di selezione, rischia di essere una selezione inversa.
La grande truffa di lavorare 45 anni (e più…), impiegando 40 ore della settimana per far guadagnare qualcun’ altro e portarsi a casa solo il 40% dello stipendio, sta finalmente finendo.
Ricordo benissimo quando lasciavo un lavoro dopo l’altro con l’obiettivo di aumentare i miei guadagni nelle vendite fino alla decisione di partire ed aprire una mia attività all’estero. La Gen Z allora era probabilmente a casa a guardare Doraemon e tutti mi dicevano “ma sei matto? Lasciare un lavoro come il tuo? Una sicurezza come la tua? Una vita come la tua?…lo ricordo perchè allora erano rari invece i contratti a tempo indeterminato e se lo avevi…eri il TOP. Tutti mi dicevano “Ma non hai poi paura di non trovare più niente?” io non rispondevo ma dentro di me pensavo che la paura ce l’avevo a restare lì per sempre.
Oggi per fortuna, sembra che il mercato del lavoro si sia svegliato, sta cambiando pilastri, sta cambiando dogmi, sta cambiando ruoli. Ho conosciuto tantissimi ragazzi che da un giorno all’altro danno le dimissioni e si prendono anni sabbatici e poi, trovano lavori saltuari qua e la in giro per il mondo, prima di rientrare con un bagaglio di esperienza personale e ritrovarsi Manager di successo, grandi venditori, “cani sciolti” che non si affezionano a nessuno ma si spostano di azienda-talento in azienda-talento fino a quando decidono loro. Non fanno Master o corsi di specializzazione, la specializzazione la fanno loro e decidono loro quando essere pronti.
È giusto che ci troviamo in questa mutazione e detto tra noi, credo sia anche molto salutare. Il periodo Covid ha da un certo punto di vista cambiato il mondo, le prospettive delle persone, le priorità ed ora, sono le aziende a dover cambiare, sono i selezionatori, sono i manager.
Adattarsi in fretta a questo sradicamento delle vecchie ‘informazioni’ non è certo facile ma va fatto per non restare indietro, per non essere tra le aziende NON selezionate dalla nuova forza lavoro.
Per una volta sembra che la maggior parte dei lavoratori stia selezionando e non più il contrario quindi bisogna adeguarsi.
Adeguare i propri valori, le proprie Mission aziendali, adeguare la comunicazione, la vendita, la fatturazione, le aziende devono adeguarsi e ristrutturarsi da capo a piedi, essere flesssibili e apparire al loro pari, con questi lavoratori, è essenziale.
Ci sono aziende così vecchie in Italia che continuano a credere di essere loro le selezionatrici, con qualche certificazione ISO…qualche scritta ECO stampata da qualche parte ma non hanno più la personalità giusta per affrontare il futuro. Allo stesso modo vedo centri per l’impiego proporre corsi senza futuro, corsi vecchi, noiosi…
Senza talenti, non ci si adegua, non si produce, semplicemente, si scompare…soluzioni? Cambiare e anche in fretta….